30 agosto, 2016

Racconto...amici miei

Gli amici del bar


Con una tazzina di caffè in mano, Paolo, guarda fuori della finestra.
La città si sveglia. Nel palazzo si odono i passi più mattinieri muoversi ancora sonnolenti, gli sciacquoni dal bagno, l'odore del caffè ... tutto ripetitivo persino l'ambulanza che passa fendendo l'aria con il suo allarme spietato.
L'uomo, una sessantina d'anni ben portati, ha un fisico d'atleta, asciutto costantemente allenato onde evitare anestetiche “bordure o maniglie”. In città lo chiamano “mister” sia i giovani che ha allenato rinnovando, per diverse generazioni, la locale squadra giovanile di calcio, sia i loro genitori e quanti lo conoscono.
Guarda il fondo della tazzina, rotea l'ultimo goccio di caffè per sciogliere quel po' di zucchero che è tenacemente attaccato al suo esistere e lo butta giù amaro.
Come amaro è stato il suo risveglio, anzi lo è ogni mattina da quando si è separato dalla sua compagna.
Non le manca la compagna ma la compagnia.
La solitudine lo assale nei momenti più legati alla quotidiana intimità nelle pareti domestiche.
Apparecchiare il tavolo con mezza tovaglia, pasteggiare in solitudine. Il momento veramente critico è quando cala la bruma della sera.
Per capire quel che gli manca deve fare un bel viaggio a ritroso nel tempo. All'inizio della relazione con la sua compagna.
Solo adesso coglie il calore di quei piccoli gesti che allora facevano da corollario ad altri che corrispondevano meglio al loro sfogo passionale.
Un bacio fugace prima di recarsi al lavoro, il dito che accarezza le labbra, la mano che ti sfiora casualmente, lo sguardo complice...
Si volta di scatto. Sciacqua la tazzina, ritira la mezza tovaglia. Un' ultima visita al bagno e poi davanti allo specchio, di fronte a se stesso : - dai sorridi...di più...ancora di più..ancora un pochino!- il sorriso appare insieme al volto dei suoi amici che lo attendono al bar per il solito “cazzeggiare” mattiniero.
Sono un gruppo ben affiatato. Tutti pensionati, si conoscono da sempre e trascorrono il mattino a parlare e scherzare di quando il “giovin guerriero” andava di spada e non di parole. Ogni tanto uno muore e ci si incontra con sincera tristezza al funerale.
Paolo, caccia i pensieri malinconici – dai Paolo che sei il più giovane!- ripete quasi ad incoraggiarsi. Con una mano prende le bollette da pagare, perchè pensa di passare prima alla posta, con l'altra raccoglie il borsello, il mazzo delle chiavi, esce fuori e con una rotazione del piede “sbam” chiude il portoncino del suo appartamento lasciando dentro le sue malinconie
Sta per scendere le scale ma si blocca. Ha tra le mani il mazzo delle chiavi, preso d'angoscia, le tasta bene
- Cazzzzz! Non sono quelle giuste!
Poggia tutto sul pianerottolo
- che testa di cazzz...e adesso come faccio?
Seduto sul gradino si ripete
- calma, ragioniamo...la porta è chiusa ma...i tre passanti, poiché non ho dato tre giri di chiave, sono al loro posto, “onderagionpercui devo trovare il sistema per smuovere l'unico “dentello” che trattiene la porta chiusa e che ha una sagoma che termina di sbieco”
- Eureka!!-
grida saltellando di gioia.
Adesso si tratta di trovare “qualcosa” di flessibile, sottile e abbastanza resistente da infilare tra le due metà della porta, cercare la parte di sbieco del dentello e farlo ritrarre.
“sarà un'impresa” sospira l'uomo portandosi le mani alla testa pelata per lisciare e dare forma reale ai pensieri visto che non ha capelli.
- Una lastra, mi occorre una lastra... e dai che sei forte!!!- S'incoraggia
Preso il cellulare cerca nella rubrica il contatto con Giam.
Chi è Giam?
L'amico di sempre, quello che è presente quando lo cerchi, che ...se l'amicizia è stare come il culo con la camicia , ecco questo è il caso.
- Pronto!?...che ti succede così, all'improvviso, prima che il gallo canti?- risponde Giam dall'altra parte
- scusa, dormivi ancora?-
- no sono in giro con il cane e aspetto che...eccolo ci siamo...catta e quanta ne fa???-
- Senti Giam, in questo momento, non m'interessa essere informato su questo dettaglio, ho una urgenza....-
- Anche tu? Catta ca'!!!- risponde Giam, con quel tono di voce scherzoso a doppio e triplo senso tipico del loro interloquire
Paolo sorride – Giam mi occorre una lastra?-
- di marmo o di granito, con fioriera, lampada e foto...ecco per la foto occorrerebbe la tua presenza perchè vi sono varie...-
- Giammm!” lo interrompe un disperato Paolo. In altre occasioni quel dialogo “non sense” sarebbe continuato lungo il percorso fino al bar concludendosi con una “pacca” sulla spalla ed una sana risata.
- Giam...sono seduto sul primo gradino della scala, chiuso fuori l'appartamento!!!-
- Autolesionismo o autogoal?-
- Ecco, bravo...mi sono chiuso fuori!!! ...-
- uhummm, quindi la lastra ti serve per scolpire un ariete e buttare giù la porta...-
- Giam, mi occorre una lastra da radiografia ...- e finalmente spiega la sua idea per risolvere il problema.
Qualche minuto e Giam è lì. Con una busta gialla davanti al viso finge di nascondere un' ironica risata.
- Dai qua!- Ride Paolo.
I due iniziano le manovre per infilare la lastra nel punto esatto dove sta il dentello, soprattutto la parte di sbieco.
Sembrava facile!!!!
- no, lì non va bene! Mettila più giù!-
-Noo! Non è la posizione giusta, vai calmo!-
- Ecco adesso ci siamo, dai spingi, spingi piano, piano...adesso più forte, tutto a dritta !!!...non fa, prova tu!-
- Dai spostati che provo io, tu spingi quando te lo chiedo -
- Ecco ci siamo, dai, dai...un po' di vasellina ci avrebbe aiutato -
- Pensa a spingere, dai che ci siamo, spingi, spingi!-
La porta si apre.
- Finalmente!!- sfiatano con un lungo sospiro di sollievo i due.
– Sporcaccioni! Spudorati...froci...e chi l'avrebbe mai detto? -
Sbotta indignato l'inquilino del piano-terra che ritorna dentro sbattendo la porta. Ha fretta, fretta di raggiungere il cellulare e trasmettere la notizia prima che qualche altro gli tolga l'appannaggio d'esser stato il primo a sapere. - Si, li ho sentiti e visti io con i miei occhi !! -
aggiunge per rendere più credibile “l'avvenimento” che per un po' lo terrà al centro dell'attenzione morbosa del pettegolezzo
Paolo e Giam ridono -
Paolo preso il mazzo delle chiavi “giusto”, poggia la porta per chiuderla. Quando sta per accostarla si blocca per prendere a spallate e calci qualcosa d'invisibile che da dentro spinge per uscire fuori .
Giam lo osserva perplesso – Che fai? -
- Non stare fisso come un baccalà a pormi stupide domande....dammi una mano!!! -
Lo richiama, con voce strozzata dallo sforzo, Paolo
- A far che?-
- aiutami a chiudere dentro la malinconia!!!-
- Pronto...bastava dirlo, no?!-
A spintonata ricacciano dentro la malinconia.
Sono esausti.
Poggiate le spalle al muro, asciugano il sudore dalla fronte.
La lastra, colma di ferite, agonizza per terra
- Ehi Giam! che lastra era quella?-
- Non lo so...ho preso la prima che ho trovato!-
La raccolgono insieme e sollevatala
Giam : - Ma questa è la lastra della mia prostata!!!-
Paolo : – mi dispiace ho sgualcito la cravatta...però il nodo era già compromesso!!!-
Ridendo escono per andare al bar.










1 commento:

Unknown ha detto...

Vis comica ridanciana,a velare la malinconia degli anni che passano.