03 giugno, 2014

Via Petronia...cap. 5°

cap. 5° I gruppi

Gianni, seccato perchè Giulio aveva regalato uno dei “talismani” che distingueva il loro essere maschietti dalle femminucce, si lasciò sfuggire - “quella pallina non è roba per bambine”
Anna in atteggiamento di difesa “ noi sappiamo usare meglio di voi i vostri giochi e non ci facciamo del male...guardatevi le ginocchia!...tutte piene di ferite e croste su croste!” disse indicando le gambette dei bambini che fuoriuscivano dai pantaloncini corti, portati in ogni stagione.
Gianni: “ ma vaiii! noi siamo trappers, veri soldati ...mica ..oh quante belle figlie madama Dorè za,za,za,za,za,za,za”...canticchiò beffeggiando una canzoncina che le bambine animavano come composte damigelle.
La guerra era iniziata.
Maschi e femmine si affrontarono a colpi di parole.
ma quali trappers e veri soldati!... ma se portate ancora i calzoni corti come i bambini che vanno all'asilo dalle suore!”
Intervenne una pungente Lidia toccando il tasto dolente dei maschietti dai dieci anni in su.
Anche Piero si sentì colpito. Da qualche mese chiedeva a mamma Vittoria di fargli indossare pantaloni lunghi.
ma stai scherzando” lo aveva redarguito la donna “ ne devi mangiare pane prima di portare i calzoni lunghi ed esser uomo”.
mamma, ma io mi vergogno a mostrare le gambe con i peli!”
ma quali peli?, rise la donna toccando il viso del figlio maggiore. “i veri peli ti cresceranno qui.... ti vestirai da uomo quando potrai fare la barba”.
Dopo quella risposta, una volta alla settimana, Piero si recava nella casetta dei “servizi” e chiusa la porta, rasava le guance imberbi con il rasoio del padre. Salito sopra uno sgabello per arrivare a vedersi nel vecchio specchio del comò della nonna metteva la massima attenzione nel praticare il consiglio di Agostino, fratello quindicenne di Anna che gli aveva insegnato il segreto per far crescere in fretta la barba.
I toni elevati della disputa richiamarono la sua attenzione.
allora perchè vi intromettete quando giochiamo a “uno,due, tre...stella” o ai passi degli animali”?ehhhh ????..poi beffeggiando la voce di Gianni, Lidia continuò a infierire ...”fateci giocare, anche noi vogliamo giocare!”...concluse motteggiando l'atteggiamento di un Gianni supplice.
Giuseppe - “ brutta smorfiosa! Quando vi facciamo l'onore di giocare con voi ,vi dimostriamo che siamo i più forti...infatti vinciamo sempre noi....weeeee!- girò intorno a sé stesso come un indiano con lo scalpo di un nemico in mano
Maria “ è vero voi vincete quando giochiamo insieme..ma perchè?.. perchè barate...fate i furbi, io ho visto Carlo che suggeriva le lettere a Teo quando giocavamo all'impiccato”
– “si è vero,” confermò Anna - “ vi spiate i segreti del gioco con i segni..e quando giochiamo a “dov'è l'anello ?” voi lasciate cadere l'anello sempre tra le mani di un compagno vostro, così noi non giochiamo mai”
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Paolo ripetette tutta la frase rifacendo il verso ad Anna
Lei prontamente, con la mano sollevata - “ di, bellobè, lo vuoi uno schiaffo!”
e dammelo, parola di trapper ti stendo!”
Si respirava aria da prima linea sul fronte.
Si udirono ancora qualche “ strega” ...“asino hai preso una nota a scuola” ….la situazione sta per precipitare quando l'inviata speciale Angelina urlò dalla finestra
adesso vengo giù con un bastone e un secchio d'acqua così prima vi pesto e poi vi rinfresco ! ”
I bambini scapparono ridendo.
I maschietti seguirono Giancarlo verso la piazza del mercato al grido -
avanti trapper la vittoria è nostra!”
Le bambine seguirono Anna dentro la sua casa fino al cortile.
Sulle panche, illuminate dalla lieve luce di un avanzato pomeriggio, le attendevano le collane di minestrina a forma di stelline che avevano fatto il giorno precedente.
Anna – le nostre collane!!!!-
Maria : “la mia non è colorata....mi aiutate a colorarla?
Il gruppetto si organizzò. Riempiti alcuni bicchieri d'acqua vi misero in ciascuno un pezzetto di carta velina di differente colore. Attesero che l'acqua si colorasse.
Tanto bastò per dimenticare i bisticci con i maschietti.
Magari fosse così anche per gli adulti. Spesso, i cortili alle spalle delle case erano in condominio. Ogni minima scusa era buona per dimenticare le ore trascorse insieme, momenti di gioia o dolore condivisi venivano spazzati via in un momento, da una marea di parole offensive che nessuna delle due parti pensava realmente. Sembravano scaricare in quella rabbia qualcosa di bestiale, reminiscenze di primordiali in aggregazioni di gruppo, pretese territoriali.
I bambini pagavano il prezzo dei litigi tra adulti: la separazione dagli amichetti..-” non lo devi frequentare più...non lo salutare neanche”-



E' un sabato di fine Autunno.
Lo squillo del telefono arriva fin sul terrazzo dove Tea sta curando le piante.
Suo marito si affaccia alla porta finestra “c'è tuo fratello al telefono!!”
Tea sorride, non ha dubbi. ..”pronto Paolo??”
la sua risata e un “ehilà! Sorella!!! sei pronta?”
Tea ride...”dimmi tutto!”
avete del caffè?
per che ore sarete qui?” chiede la donna perchè da sempre Paolo annuncia così il suo arrivo.
se ci prepari il caffè e tuo marito accende il fuoco arriviamo con il pesce fresco, appena comprato sul peschereccio a Portotorres!” sottolinea. Tea è al settimo cielo
ah...scordavo di dirti che porteremo con noi la piccolina!”
Vittoria???...wowwww...non tardate!!!”


Per Tea Portotorres è via Petronia, la memoria del suo passato.

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