12 dicembre, 2013

Aspettando il Natale....secondo capitolo

Cap. secondo

Il suo “amico” , un bastardino di cinque anni, l'uomo lo aveva trovato vicino ad un cannetto seguendo il guaito di dolore che il cane emetteva. Totoi si era avvicinato al punto da dove proveniva quel flebile gemito, aveva visto il cane tremante e ferito da una scarica di pallini da caccia. Totoi fu colpito da due occhi che lo guardavano rassegnati al suo destino . Gli si era avvicinato “ ehi piccolo “ disse accarezzandogli la testa con i polpastrelli delle dita
Dopo avergli curato la ferita, Totoi lo portò con sé e fu così che il cane ritrovò la fiducia negli uomini; “Pulighiteddu...piccolino”, lo chiamava Tea coccolandolo. Quel nome gli rimase.
Totoi entrò nel magazzino, prese il suo “vespino 50 “ azzurrò; un paio di colpi all'accensione, attese che Pulighiteddu si sistemasse davanti alle sue gambe e tra nuvole di fumo del tubo di scappamento si allontanò dal paese.
Tea si riaddormentò fino al canto del gallo.
I due giovani erano sposati da oltre un anno e dopo mesi di ansiosa attesa tra illusioni e delusione, adesso aspettavano un figlio.
Sorrise accarezzandosi il pancino che cominciava a vedersi. Era soddisfata. Lei e Totoi si erano sposati per amore, con il consenso delle famiglie.
Si conoscevano da sempre.
Nati nello stesso “rione” di un paesello sistemato come un serpentone lungo una via naturale che si estende sulla valle ai piedi di una cresta di morbide colline.
Le case, costruite una di fronte all'altra sulla strada principale, viste dalla collina sembrano comari affacciate al balcone a pettegolare. Ogni tanto il serpentone è interrotto da una viuzza che separa le colline e circoscrivendole ritorna a valle incrociandosi ancora con la via centrale. Nella parte della collina, circoscritta dalla stradina sterrata, vi sono casette raggruppate attorno ad una piazzola. Nel “Rione Frutteto “, dove vivono Totoi e Tea, tutte le case si affacciano davanti alla piazzola , al centro della quale vi è una fontanella ove affluisce l'acqua cristallina che scende dall'alto della collina riversandosi dentro un vascone di pietra. Punto focale d' incontro delle donne fin dal primo mattino per attingere l'acqua fresca ad uso familiare oppure per lavare i panni. Sono i momenti di scambio di confidenze ed un caffè nella cucina dell'una o dell'altra. La porta di ogni casa si apre sulla cucina; il punto più vissuto della casa: vi è il caminetto, il tavolo con le sedie, qualche poltrona per gli anziani, una credenza e gli sgabelli per i bambini. Alla cucina sono annesse altre stanze , aggiunte, nel tempo, man mano che la famiglia cresceva. Se qualche figlio si sposava costruiva sopra i genitori o accanto. Nel retro di ogni casa ci sono il giardino e l'orticello, argomento vanto delle donne. Dietro gli orti grandi spazi collinari ricchi di piante da frutti e olivi, da cui il nome del Rione. Le famiglie sono molto legate tra loro da regole di buon vicinato tramandate dagli “antichi “ Un rapporto più che parentale. Tea aveva spesso sentito dire sia da sua madre che da zia Maddarena :
“ tratta bè lu tò 'izinu a chi cu iddi t'acchjappi, ora chi arreani li tò parenti....stai friscu”
( comportati bene con i tuoi vicinanti perchè su loro potrai contare in qualsiasi situazione, perchè se aspetti che arrivino i parenti..ti trovano freddo..!)
Accompagnavano le parole con una mimica manuale e facciale anche quella ripetuta nel tempo.
Il gallo quella mattina aveva la raucedine: solo un chicchirichì.Tea è completamente sveglia. Sente nella camera accanto i suoceri ,ziu Minniu e zia Maddarena che si danno da fare per organizzare il fuoco, la colazione..le solite faccende che danno inizio ad una normale giornata.
“ ssssssssssssssss...Maddarè anda a pocu!..( sssssss Maddarè non fare rumore) non svegliare Tea...tanto adesso vado io a casa di cummari Mia così con cumpari Peppi iniziamo ad accendere il fuoco nel forno del pane...”
“ si!” annuisce la donna
“ Cummari Madarè!!!” si sente mentre bussa alla porta comare Minnia, madre di Tea
“ ehi cummà!” apre la porta Maddarena “ entrate comà, accomodatevi, fate piano che Tea dorme!”
Minnia aveva indossato un pesante scialle che dalla testa la copriva tutta. Da sotto lo scialle spuntava un grembiulone bianco.
“ cummà pronti semmu?- ( comà siamo pronte? ) “
“certo, un attimo che mi metto anch' io il grembiule, sulle spalle lo scialle e andiamo a preparare “li cosi boni pà Pasca di Nadari!!”- ( i dolci per Natale )”.
Tea preparatasi li attendeva fuori, sorridente , felice.
I genitori e i suoceri:
“Tea perchè ...” la protesta rimane sospesa per aria. Tutti si voltano verso la cantonata della casa di zia Mia, appoggiato con le braccia dietro la schiena c'è il marito, cumpari Peppi, alto e largo quanto un armadio ha appena sparato il solito “buongiorno”: uno “scattarramento” profondo con lancio del prodotto sul muretto a secco che, nelle fresche sere estive, è il punto d'incontro per il vicinato. Tutti seduti sul muretto-panca a raccontare “li foli antighi” ( i vecchi racconti ).
“ chi ti falia unu raju!!!, chi Deu mi paldonia e tutti li Santi!!- ( che ti scenda un fulmine, che Dio mi perdoni insieme a tutti i Santi!)” bestemmiarono a denti stretti le due donne. “ e mai possibile che in tutti questi anni nessuno gli ha cavato i denti a questo maiale? Proseguì Maddarena
“ se non può fare a meno di scattarrare , che “scattarri” almeno dentro casa sua, senza farne saltare i polmoni al vicinato”
“ bèhhh! Zittite” dice Minniu alle due donne “ per lui è come avere una malattia!”
“ e ma, chi si li ponghia!!!- ( ma che se la prenda per davvero la malattia!)”
aggiunge Minnia.
Ziu Peppi va loro incontro
“ benvenuti a casa mia!...siamo pronti?” esclama contento mentre tocca loro la mano , come si usa con chiunque varchi la porta di casa.
“bentrovato compà!” rispondono le due donne con le mani sotto lo scialle “ ite frittu- ( che freddo!)”
giustificano la mancata mano tesa.
Ziu Peppi rivolge la sua attenzione a Tea : “allora Tea...finalmente ce l'ha fatta Totoi ehhh?”
Sua moglie impallidisce : “ a non cagliatti ! A non fattinni la ciàntara...l'ommu mannu!!..cummari mei iscusetilu!!”
“( perchè non stai zitto? Ma perchè non ti vergogni?...l'uomo adulto!!!...comare mie scusatelo! )” poi con sguardo inferocito: vai e togliti dai piedi, anzi voi uomini cominciate ad accendere il fuoco nella stanza del forno , intanto ,io offro il caffè alle mie comari”.
Usciti gli uomini , zia Mia mortificata si avvicina a Tea:
“ 'senda mea, me fiddola! Non t'ammuscià chi ziu Peppi è un asinu, iddu non si n'avvidi ,si credi spiritosu...li fiddoli arreani candu vò Deu...
“ ( gioia mia, figliola! Non offenderti perchè zio Peppi è un asino, lui non sa di esserlo e si crede spiritoso....i figli arrivano quando vuole Dio...! )
Così dicendo l'abbraccia.
“ accomodatevi che preparo il caffè !!“ zia Mia invita le donne indicando loro degli sgabelli di ferula accanto al caminetto acceso.
Le donne si avvicinano nonostante abbiano fretta di cominciare.
“Ohi cummà femmu lestri a scuminzà!!!- ( ohi comà iniziamo subito che abbiamo tanto da fare! invita Minnia scaldandosi le mani davanti ad un'allegra fiamma.
“Eh! ha rasgioni me cummari “ aggiunge Maddarena -aemmu meda di fa!”
eh! Ha ragione mia comare” aggiunge Maddarena- c'è tanto da fare!!)”
“ esagerate, è vero ..ma abbiamo tutta la settimana prima che i bambini stiano a casa “pà Nadari”, già facciamo in tempo a fare i dolci ed anche il pane ...siamo in tante e piene di buona volontà... avà ci pidemmu lu caffè ( adesso ci prendiamo il caffè)”.
Tea guarda il caffè che sale. Si sente orgogliosa , il figlio che aspetta le ha dato l'accesso al gruppo “di li maggiori di lu vicinatu” del gruppo delle donne e uomini “saggi” del vicinato.
Prepara le tazzine e serve il caffè alle più anziane. Nessuno glielo ha chiesto però tutte sanno che per la giovane, quel gesto è un onore.

Nessun commento: