Il tempo per Luisa si era fermato con
l'attesa che Artur rientrasse dall'America per sposarla.
Inizialmente i parenti andavano a
trovarla spesso assecondando le sue illusioni.
Dopo qualche anno morì sua madre e la
sorella ed il fratello , presi dalle responsabilità del lavoro e
della famiglia diradarono le visite fino ad annullarle.
La giovane riversò i suoi affetti
familiari sulla tartaruga e su Giusi che aveva raggiunto un suo
equilibrio esistenziale vivendo in simbiosi con il lavoro.
La sua famiglia erano gli “ospiti”
della casa di cura, i medici e i colleghi e Luisa che considerava
come una sorella.
Quel giorno che conobbe la violenza,
che lottando con tutte le sue forze riuscì a sfuggire a quel mostro
bavoso, decise di prendere in mano le redini della sua vita.
Nel fuggire dal “mostro”correva
per la scala saltando diversi gradini per volta.
Raggiunta la porta principale si trovò
stordita sulla strada.
Agitatissima camminò allontanandosi da
quella voce roca che inseguendola urlava: