31 luglio, 2013

romanzo "Intrecci"....fine

Intrecci....6^ parte
Il tempo per Luisa si era fermato con l'attesa che Artur rientrasse dall'America per sposarla.
Inizialmente i parenti andavano a trovarla spesso assecondando le sue illusioni.
Dopo qualche anno morì sua madre e la sorella ed il fratello , presi dalle responsabilità del lavoro e della famiglia diradarono le visite fino ad annullarle.
La giovane riversò i suoi affetti familiari sulla tartaruga e su Giusi che aveva raggiunto un suo equilibrio esistenziale vivendo in simbiosi con il lavoro.
La sua famiglia erano gli “ospiti” della casa di cura, i medici e i colleghi e Luisa che considerava come una sorella.
Quel giorno che conobbe la violenza, che lottando con tutte le sue forze riuscì a sfuggire a quel mostro bavoso, decise di prendere in mano le redini della sua vita.
Nel fuggire dal “mostro”correva per la scala saltando diversi gradini per volta.
Raggiunta la porta principale si trovò stordita sulla strada.
Agitatissima camminò allontanandosi da quella voce roca che inseguendola urlava:

romanzo : Intrecci,,,5^ parte

I pensieri di Luisa
La signorina Luisa chiuse gli occhi e finse di dormire.
Giusi rassicurata lasciò la stanza e si recò alla postazione di guardia per il servizio notturno.
Uscita la donna Luisa scese dal letto e a bassa voce chiamò: “Baronessa, Baronessa...dove sei finita?
Con lo sguardo ispezionò la stanza, poi s'inchinò sotto il letto e la trovò.
La sua Baronessa, l'unica parente che le fosse rimasta: una tartaruga che le aveva regalato Artur, il suo amore.
“ oohhh vieni qui!” esclamò prendendola tra le mani. “ Amore non sei venuta con me nel giardino e non hai potuto vedere Artur....piccola mia!”
La coccolava con tenere parole ,dandole bacetti sulla corazza.
“ti ricordi quando ci conoscemmo?
Era estate ti trovammo in un campo di grano. Il sole tramontava , mentre, Artur m'insegnava a far l'amore tra i papaveri in fiore. Tu sei arrivata con il tuo passo lento come il battito dei nostri cuori nella serenità dell'estasi raggiunta.
Artur sorridendo ti prese tra le mani
- “ birichina!” ti disse “ mica farai la spia? ….ssssssshhh- ti chiese il silenzio

29 luglio, 2013

Insieme.....


Oggi è un giorno speciale.
Mi sono svegliata presto, i primi raggi d i sole mi sorridevano ...o ero io che sorridevo?
Guardai il mio uomo che mi dormiva accanti.
Oggi son quarantuno anni che stiamo insieme.
Incrocio le braccia dietro la testa e penso.
Come son volati in fretta...apparentemente sembrano  un lungo percorso , nella realtà ancora sogni da realizzare.
Un giovane, stamattina in spiaggia mi ha chiesto
" ma come avete fatto a resistere 41 insieme, qual'è la formula per mantenere in piedi un matrimonio per così tanto tempo?"
Per qualche attimo ho taciuto , come spiazzata, poi ho lasciato il cuore libero di parlare
" non esiste una formula ma...un sistema garantito...una bella litigata nei momenti in cui la fiamma vacilla ed una "attizzante" pace prima maniera.
Il cammino insieme va costruito giorno dopo giorno, non inventato......
mietta


24 luglio, 2013

romanzo : " Intrecci" 4^ parte


la sartoria
Francesca si alzò presto.
Era un lunedì speciale : il primo giorno del suo apprendistato presso la nota sartoria sel “ signor Marco”
Sebastiano aveva contrattato con il sarto un lavoro a mezza giornata ma, soprattutto di apprendimento. Praticamente senza remunerazione. Il signor Marco accettò la richiesta perchè capì le motivazioni che inducevano un vedovo con famiglia numerosa a dare un mestiere che garantisse un futuro alle sue figliole e, nello stesso tempo, permetesse loro di attendere alla famiglia.
Francesca diede le consegne delle faccende di casa a Giusi , elencò una serie di lavori da eseguire dettandoli come litanie di Santi.
Dopo un anno di lavoro , il sarto chiamò Sebastiano per comunicargli che Francesca si era impegnata con interesse tanto che poteva “camminare “da sola.
“ allora posso comprarle la macchina da cucire?” chiese l'uomo soddisfatto per aver fatto una buona scelta per le figliole
“certamente!” rispose il signor Marco “ aggiungerò che Francesca è volenterosa, intelligente, intuisce subito l'esigenza e il gusto della cliente....!”
“ Vi ringrazio !” rispose emozionato Sebastiano...allora dalla prossima settimana potrò mandarle Giusi?”
“va benissimo rispose il sarto, però ricordatevi che Francesca è sarta “da donna” a Giusi insegnerò a confezionzre abiti da uomo, come avevamo già stabilito e poi.in questo momento ho necessità di una lavorante in più nel reparto uomini...”
Sebastiano ascoltava annuendo con la testa.

20 luglio, 2013

romanzo " Intrecci" 3^ parte



il desiderio di Giusi

La famiglia di Giusi andava numericamente rimpicciolendosi.
Quattro fratelli si erano arruolati nella Marina Militare : Piero, Gianni, Michele e Salvatore. Sebastiano, prima di partire aveva dato loro la benedizione paterna.
Emozionato ma orgoglioso della scelta coraggiosa dei suoi figlioli. La carriera militare offriva loro la dignità della divisa e sollevava il grado sociale della famiglia
Arrivato il momento della partenza ad ognuno aveva detto le stesse parole, come una formula da tempo ripetuta:
“ vai figlio mio, proteggi la nostra Patria dal nemico, fa si che nessuno straniero calpesti la Terra nostra e dei nostri padri, renditi onore con correttezza, rispetto , coraggio e che la mia benedizione e quella della tua mamma ti accompagni fino al ritorno.”
Il figlio riceveva queste parole ,mentre, Francesca accanto mordeva i denti poiché avrebbe voluto aggiungere “la sua” ma Sebastiano glielo aveva proibito .
Dopo la benedizione di Pietro, il primo figlio che partì, Francesca era intervenuta a modo suo:
- inginocchiati fratello e chiedi perdono a me e al babbo di tutte le tue monellerie, dei peccati...”
non potè continuare,un inferocito Sebastiano puntandole l'indice le urlò
“ ritirati bruttota! Ricordati che anche tu sei figlia, non metterti al posto mio o di tua madre!”
Francesca si era allontanata. Seduta sulla panca sotto il roseto rampicante , aveva pianto lacrime di rabbia per l'umiliazione inflittale da suo padre.

19 luglio, 2013

romanzo " intrecci" 2^ parte

la signorina Luisa



La chiamavano così perchè apparteneva ad una nobile famiglia di ricchi proprietari terrieri.
Era arrivata alla casa di cura una sera che profumava di Primavera .
La poverina indossava un grembiule bianco intriso di colori ad olio; puzzava di pittura e trielina.
I capelli castano chiari,lunghi , solitamente raccolti in una treccia a corona sulla testa, ora scomposti, scarmigliati contornavano un viso bellissimo; gli occhi cerulei perduti nel vuoto di un suo mondo.
Le labbra lucide sul viso diafano ripetevano ossessivamente:
“ Artur, Artur...dove mi stanno portando amore? Artur, Artur...come potrai trovarmi ?”
Dietro gli infermieri che spingevano la carrozzina con la signorina Luisa, sua madre donna Giovanna ,seguiva versando lacrime di dolore per quella figlia che la follia le aveva strappata.
Giusi si preparava a coprire il turno della notte, udì i passi frettolosi e quella voce dolcissima che cantinelava frasi a ritmo ripetuto.
Uscì dalla stanza e raggiunse il gruppo nello stesso istante nel quale il medico iniettava un tranquillante nelle vene della signorina Luisa.
Appena la paziente si calmò il medico si rivolse a Giusi

16 luglio, 2013

Romanzo..Intrecci...1^ parte

Il cancello cigolava.
Un venticello autunnale , in movimento a vortice, lo spingeva a ritmo costante e ripetitivo: cigolio sbattuta, cigolio, sbattuta.
Completava il tutto un lieve fruscio di foglie secche coinvolte nel gioco dal vento.
Una donna, seduta su una panca, lo sguardo perduto in un suo abissale vuoto, ritmava inconsciamente quella musica di quel breve pentagramma naturale.
“Signorina Luisa,signorina Luisa!!” la voce delicata di un' altra donna, apparsa all'improvviso la chiamò.
Nel sentire il suo nome, Luisa si voltò lentamente , cercando con lo sguardo la direzione da dove proveniva la voce di Giusi, la sua assistente preferita.
Individuatala, il viso le si ammorbidi in un sorriso , allungò le braccia, come un bambino che ha ritrovato la sua mamma:
“oh Giusi!!” esclamò ,mentre l'assistente l'abbracciava.
“Signorina Luisa! Eravamo preoccupati per lei!”
“come mai?” chiese la donna intristendosi per aver dato un dispiacere
“ tranquilla signorina!” disse Giusi accarezzandole i capelli “ dovete stare attenta, quando suona la

08 luglio, 2013

Tay...racconto

Tay

Con la testa china celava  il suo malessere: “toccare il cielo”
La giovane stava seduta per terra, forse all'interno di una casa in costruzione.
Pensava Tay, perplessa e confusa, ricordando ciò che aveva osservato quelle rare volte che “lui” si era allontanato lasciandola sola. Era così strana la sua “prigione”.
Solo muri. Per terra mancava il pavimento, anzi, sembrava proprio di star seduta su del terreno schiacciato e indurito dal tempo.
La volta era ,ancora più fuori dal normale: bassa, così bassa che per stare in piedi era necessario spostarsi al centro della stanza.
La volta, in quel punto, si sollevava verso l'alto come una una canna fumaria di un camino grande e andava restringendosi verso la fine, dove perdendo la forma conica , diventava uno stretto cunicolo prismatico triangolare.
Da quel buco triangolare Tay, poteva vedere il cielo , quell'unico raggio di sole tanto agognato, e qualche stanco uccello che cercava riposo posandosi su uno dei tre cornicioni della canna fumaria.
La giovane aveva impresso nella mente ogni minima sporgenza bitorzoluta ,pensando di utilizzare i suoi ricordi come mappa al momento della fuga.

04 luglio, 2013

poesia...La scala



Porta i segni
della nostra storia.
Il tempo l'ha segnata
d'ogni passo che l'ha solcata.
Quella dei miei bambini
saltellanti nel giocare
o a cavalcioni
della ringhiera,
mai quieti da mane a sera.
Quei piedini
son cresciuti,
vanno sulla loro strada
d'adulti.
Quando possono
ritornano
sulla strada di casa,
ritrovan la scala
in attesa.
Mai la sua cura
fu trascurata,
di fiori sorridente
saluta i passanti
e intanto attende
che i ragazzi
in ritrovata via
" ecco! ti riconosco
dell'infanzia
casetta mia!"
esclamino
in rispettosa devozione
Poggiato
sul gradino il primo passo
con determinazione
nel cuor rinasce
atavica emozione
che
i passi invita
a salir di fretta
gli amori natali
son sù che aspettan.