06 agosto, 2012

una storia senza tempo...nona parte

I piedi della donna seguirono il sentiero per abitudine: la sua mente in posizione di stallo, cercava la forza di accogliere e vagliare singolarmente l'accozzaglia di ipotesi che, opprimendola le sconvolgevano l'animo con tonalità di sentimenti dal più buio al più solare.
Aperta la porta della sua casetta, si gettò sul letto, gli occhi , fissi al soffitto, proiettavano le immagini dei suoi pensieri mendicanti  risposte certe.
La catenina era indubbiamente la “sua”. Come poteva essere al collo di Marienne? La ragazza aveva parlato di sua madre e di un suo patrigno, quindi, aveva conosciuto un padre!
Se fosse stata la sua Teresa , come avrebbe potuto prendere il vapore ed attraversare il mare in così giovane età? “No,no ,è una povera pastorella, però resta il fatto che ha addosso la catenina di mia figlia, se non è lei ,la storia della catenina potrebbe condurmi verso la mia Teresa!”
Decise di indagare con calma, ormai tra loro vi era un legame affettivo forte e Tania sapeva aspettare.
Dopo qualche giorno capitò l'occasione attesa.
Marienne, colta da febbre, mandò Birillo con una missiva per informare Tania affinchè l'aiutasse.
La donna mise in un sacchetto le erbe curative essiccate e , con Birillo che le saltellava accanto, si recò dalla giovane.
Mariennne tremava dalla febbre. Tania corse al pozzo ,tirò su , con la carrucola, un secchio d'acqua fresca con la quale bagnò delle pezze di tela che mise sulla fronte della giovane.
La febbre non calava. La giovane delirava emettendo lamenti incomprensibili.
Tania preparò un decotto di erbe , come aveva visto fare dalla sua “nonna” e raffreddatolo glielo fece ingerire.
Seduta accanto alla giovane rinnovava le pezze fresche ed attendeva una reazione.
Aveva fatto tutto ciò che poteva, adesso nell'attesa, la sua attenzione fu attratta dai lamenti del delirio.
mamma!” biascicava Marienne “dove sei?” poi ...” la verità”..”...Marienne , no Teresa....”
ancora “Pisa....Torres....Nurra....”
Tania ebbe la risposta. Aveva davanti a sé la sua tanto attesa figlia e, come la sera che l'abbandonò , delirava febbricitante tra le sue braccia.
Il cuore della donna si fermò nel limbo: né dolore, né felicità.
Le due sensazioni erano così forti che, persino l'aria che respirava si era fermata.
Accarezzava sua figlia e pian,pianino dal cuore si sollevarono quelle emozioni materne che ,per tanto tempo, aveva custodito.
La febbre calò lentamente. La giovane riprese coscienza.
Per tre giorni, Tania la curò e si dedicò anche al piccolo gregge.
Aveva ritrovata sua figlia ma...ma non sapeva come raccontarle la verità....Avrebbe preso tempo e scelto le parole adatte.
Marienne, pallida e smagrita, si riprendeva. Ad ogni minimo gesto di Tania la ringraziava.
cara bevi la tisana!” invitava la donna
grazie Tania! Sei tanto buona e gentile con me...ti voglio bene...!”
ohhh, smettila cara!” rispondeva arrossendo d'emozione la donna. Quelle parole erano balsamo sul le sofferenze che avevano piagato il suo cuore.
Avrebbe voluto gridarle
sei la mia Teresa!!”
ma, la paura di affrontare il tema “ti ho abbandonata!” la bloccava.
Guarita Marienne, Tania rientrò alla sua casetta.
Spontaneamente , si diresse verso lo scrittoio e preso il necessario iniziò a scriverle:

Cara Marienne,
con che coraggio scriverti e chiamarti figlia mia... Durante il delirio della febbre ti lamentavi, pronunciando delle parole che mi hanno dato delle certezze: sei mia figlia.
La catenina che porti al collo te la misi io per poterti un giorno riconoscere. Mi chiedo, con quale forza riesca a prendere penna e calamaio per dirti di me..
Non ti ho vista crescere, non ti sono stata vicina quando avevi bisogno, non ti ho dato neanche il nome che avrei voluto darti..Teresa...
Il tempo come sempre vince su tutto..
Volevo farti sapere il nome di colei che ti ha messo alla luce..
sono io Tania
La mia vita non è stata facile,con questo non voglio giustificare il mio atto..
E' imperdonabile ciò che ho fatto,ma credimi se ti dico che non volevo che tu ne risentissi.
All'epoca ero una ragazza insicura, lasciata sola ad affrontare le intemperie della vita..una bimba, seppur voluta con tutta me stessa,avrebbe reso tutto troppo difficile.
Non avrei potuto darti un pasto caldo, un posto dove dormire, un vestito che ti riparasse dai freddi inverni, la possibilità di studiare, di darti fiducia in te e nella vita..
Il pensiero di te era sempre presente, costante nella mia vita..
Con l'amaro in bocca andai al convento e lì ti lasciai....
Dopo varie peripezie mi presentai per riprenderti con me... ma.. mi dissero che eri stata adottata da una famiglia nobile, giunti apposta dalla Toscana.
Suor Francesca e la madre Superiora furono gentilissima con me. Solo nel guardarmi ,riconobbero che ero tua madre ..la stessa forma del viso,gli stessi occhi, la stessa bocca e lo stesso naso.. mi incoraggiarono e in tutto questo tempo mi hanno sostenuta con il loro affetto e le preghiere.
Non puoi immaginare quanto ti abbia pensata in questi anni. Ogni momento mi chiedevo:“come avranno chiamata la mia bambina? Quali coccole starà ricevendo? Chi ascolterà le sue prime parole...
gli anni scorrevano ...ed io lontana da te..

Le suore e la famiglia di adozione di sicuro, ti hanno dato molto affetto..tutto quello che non ti ho potuto dare io...
Ora ti scrivo … ma so che non posso pretendere nulla...
Sarai sempre la mia Teresa..e nei giorni che ho trascorso accanto a te ...in te mi sono rispecchiata..
Non potevo più tacere, è giusto che tu sappia...perdonami se puoi
con amore
Tania
Tania rilesse la lettera che aveva scritto per sua figlia...si sentì l'animo alleggerito e pronto. Chiusa la lettera si avvicinò alla casetta della ragazza e silenziosamente la fece scivolare sotto la porta. Voltatasi, prese velocità e ritornò indietro.
Era nervosa, seduta sul letto pregava torcendosi le mani. Dalla finestra aperta, oltre l'aria serena della sera arrivarono le note di una fisarmonica. Tania sorrise:“ecco compare Antonio che viene a farmi un'altra serenata...chissà, questa volta, chi sarà il committente. Si alzò e avvicinatasi alla finestra : “compà...perchè perdette tempo?...” avrebbe voluto aggiungere che a lei non interessavano i corteggiamenti, quando , da dietro la pianta d'ulivo uscì sua figlia. Compare Antonio suonava e cantava:
 “mamma, solo per te la mia canzone vola, mamma starai con me non sarai più sola....quanto ti voglio bene......!” 
Tania affondò la luce dei suoi occhi in quelli di sua figlia, scese di corsa le scale e si gettarono l'una nelle braccia dell'altra. 

                            







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