30 agosto, 2012

poesia....tradita da un tango...


La fisarmonica alitava
un tango
dai colori sfumati
dal tempo
attaccandosi,
con viva forza,
similare a marosi,
al groviglio di spine 
custodi
dei ricordi dolorosi.
La musica avanzava,
rivedevo mio padre,
di quel tango
appassionato spasimante,
andar via lentamente
in compagnia di un avido male,
lasciando dietro le mie spalle
una voragine, il vuoto,il dolo
l'insicurezza dell'abbandono.
I discorsi mai fatti,
le parole non dette,
i sentimenti non esternati
le “scusa” mai chieste
il cuore mi fan dolere.
“Babbo
sei partito
nel tempo in cui
la maternità,
rendendomi adulta,
aveva aperto in me
la consapevolezza
che le tue regole impositive
erano dettate dall'amor paterno
dalla tua bontà.
Marito, figli e nipoti
del mio viver
sono essenza
eppure,
con questo tango,
il cuore piange
i silenzi, i vuoti
della  prematura partenza.”

                                                    

25 agosto, 2012

La piaga della Sardegna: gli incendi

amara sera

Spero che domani il cielo pianga
sulla nostra infuocata Terra
Figli incoscienti
dell'amarezza
e del suo dolore
con fiamme ardenti
la colpiscono al cuore.
Tra la natura incenerita
in sofferenza
pianta resistente e ardita
solleva l'ultimo sguardo al cielo
chiedendo pietà
alla bontà dell'Altissimo,
"restituisci la ragione all'uomo
e a me la vita."

21 agosto, 2012

poesia...serata a Pattada

Poesia
serata a pattada
19 agosto 2012

Tenero volo
di mariposa
fu il favellar in rima.
Concerto di suoni,
atavica armonia
in “alas de poesia”.
Nel sereno crepuscolo
il cielo risplendeva
di stelle a mille,a mille,
erano le scintille
del poetar che saliva
da “su antigu foghile”
Il dondolio di una cuna,
le storie della mamma,
dono colmo d'amore
per la sua creatura.
Malinconico volo di colombe
verso terre lontane,
al suono delle “launeddas”,
richiamo di quell'amaro lacrimare
in cerca di pane.
Sui volti attenti,
in partecipazione silente
contenuto orgoglio
emozionante
si alternava ad
applausi di consenso
anche alla rima a doppio senso,
Un Angelo vagabondo
sedeva sereno , uno fra tanti,
eppur splendeva come faro
per i perduti naviganti
nell'umana sofferenza.
Il cuore ritemprato
di amor per la mia terra
ringrazia per il dono cortese
tutta la gente pattadese.

    






14 agosto, 2012

Una storia senza tempo....fine





Partita la carrozza Tania desiderò rivivere ogni attimo di quella giornata. Voleva imprimerli nella mente, voleva donare linfa pura di amore al suo assettato cuore.
Indossato uno scialle sulle spalle, per proteggersi dall'umida sera, uscì di casa e si diresse verso i campi.
Arrivò alla casetta dove aveva vissuto la prima parte della sua vita. Non ci andava molto spesso, però in quel momento desiderò ritrovarsi nei ricordi.
Prese la chiave nascosta sotto un sasso ed entrò. Il sole mandava gli ultimi raggi, prima del tramonto.
Uno illuminò la lettera che aveva lasciato per Giosuè, quando era andato via.
Vi aveva scritte tutte le indicazioni per ritrovarla, nel caso lui fosse ritornato. Era ancora li. Lui non era mai ritornato.
La luna piena saliva birichina allontanando una bella fetta di tenebre.

Una storia senza tempo...undicesima parte




Tania si guardò attorno.
La casa era linda. In quei tre giorni di lavoro aveva risistemato le tendine delle finestre, i merletti dentro la cristalliera, le piante interne e quelle sui balconi, i mobili semplici, tirati a lucido con l'olio di lino.
Era tutto così accogliente che, ella stessa sorrise soddisfatta.
Dalla cucina proveniva il profumo del pane appena sfornato e sistemato dentro un canestro, tra panni di lino bianchi. Quel profumo si mescolava con i dolci preferiti da Enne.
Sua madre si era impegnata ad impastare farina per fare il pane, le ciambelline, i papassini......tutto ciò che a sua figlia avrebbe donato la certezza d'esser a casa sua.
Il tempo era volato tra il fare ed il ricordare.
Tania si avvicinò al camino per controllare la cottura del “porcetto” quando, sentì il tipico rumore dell'avanzar di una carrozza sulla stradina del “ borgo antico”
oddio, saranno loro?!” si chiese avvicinandosi alla finestrella.

09 agosto, 2012

Una storia senza tempo...decima parte

Mamma e figlia si coccolavano cullandosi abbracciate. Non una parola. Il silenzio parlava per loro attraverso la pelle. Nell'abbraccio riallacciarono quei legami che, neanche la rottura del cordone ombelicale distrugge: ciascuna si sentì, nello stesso tempo, sia madre che figlia, in scambievole simbiosi. Ripresa coscienza , Tania :” vieni su figliola, la mia casa è la tua...desidero riempire il vuoto di questi anni con i racconti del vissuto che, le tue parole, sapranno donarmi!” , propose. Marienne la seguì. Sedute sul terrazzo, la madre, per creare un'atmosfera di fiducia, raccontò la sua storia , non tralasciò niente. Incoraggiata dalla spontaneità della madre anche Marienne si raccontò. “Madre, come è dolce chiamarti così Tania! La mia migliore amica” esordì ,con emozione la giovane , non vergognarti , la tua storia dolorosa rende onore al coraggio con il quale hai affrontato le avversità della vita. La mia non è stata così greve come la tua ma, ho attraversato anche io, momenti duri. Fino sei mesi fa ero convinta di chiamarmi Marienne Borghesi, figlia di Donna Matilde e del marchese Matteo Borghesi. Mio padre, persona adorabile, morì quando avevo nove anni. Fu un grande dolore ma, quello che avvenne dopo modificò la mia vita . La mia mamma , trascorsi i mesi, imposti dalle regole, per il lutto, fu

06 agosto, 2012

una storia senza tempo...nona parte

I piedi della donna seguirono il sentiero per abitudine: la sua mente in posizione di stallo, cercava la forza di accogliere e vagliare singolarmente l'accozzaglia di ipotesi che, opprimendola le sconvolgevano l'animo con tonalità di sentimenti dal più buio al più solare.
Aperta la porta della sua casetta, si gettò sul letto, gli occhi , fissi al soffitto, proiettavano le immagini dei suoi pensieri mendicanti  risposte certe.
La catenina era indubbiamente la “sua”. Come poteva essere al collo di Marienne? La ragazza aveva parlato di sua madre e di un suo patrigno, quindi, aveva conosciuto un padre!
Se fosse stata la sua Teresa , come avrebbe potuto prendere il vapore ed attraversare il mare in così giovane età? “No,no ,è una povera pastorella, però resta il fatto che ha addosso la catenina di mia figlia, se non è lei ,la storia della catenina potrebbe condurmi verso la mia Teresa!”