30 maggio, 2012

poesia....dolore


Non cantare
o Musa.
Non posso danzare
sulle note colorate
della tua musica
ancestrale.

Solo tristi parole
piange
il mio cuore.
Impotenti lacrime
cadono
su immagini
di distruzione.

Piove sul bagnato,
sulla povera gente
che vive
modicamente
del proprio lavoro,
sempre più spesso
del niente.


La natura
si ribella,
dice la “sua”
sulla superba
presunzione
umana
di dominare tutto
quel che in dono
ha avuto.

Sprecato l'arbitrio,
la ragione
ha perduto,
l'uomo,
in arrogante
presunzione
Divina superiorità.
Il vile denaro,
da quel Giuda
traditore,
idolo è divenuto
di appagante
fame di autorità.

Nel percorso
di dominio
legami di naturale
divino
valore
ha spezzato
dando inizio,
come un Caino,
al suo rovinoso
declino.
                                       

23 maggio, 2012

poesia.......Parole nel vento




Da corporea fanghiglia libera,
l'anima
in altura eleva,
in seno di luminosa raggiera ,
colorata scia,
come farfalle in volo avvinte
in festante armonia:
Sono parole di poesia.

Musa in attesa,
pensieri mai pensati,
con vento di passione
rimuove da torpore.
Lo Spirito, mai dormiente,
al di là del cuore e della mente
canta in ragion di attimo errante,
sensazioni colte
dal vissuto fuggente.

                                           




18 maggio, 2012

poesia........lo specchio




piccoli solchi,
segnano del tempo l'avanzare,
sul viso allo specchio,
raccolto in sguardo corporale.

L'occhio in grigior di tristezza
osserva il mutamento
non coglie, dell'età avanzata, la bellezza,
ma la caducità, pensiero di tormento.

Corpo celebrato in vigore di sola avvenenza
cecità induce sull'animo, essenza immortale;
invisibile proiezione, dell'essere naturale,
sull'immensità del percepire ciò che non ha presenza.

L'animo etereo, attraverso
cercati spiragli di vita su percorsi spirituali,
s'immerge tra le beltà dell'Universo
costruendo la miglior parte di sé stesso.

Così, mentre, l'amato , curato corpo avvizzisce
come fiore ripiegato, nella valle del tempo,
lo spirito temprato di luce, ringiovanisce
di coltivato splendore, fino all'abbandono dell'involucro spento.