06 settembre, 2011

racconto........e sorpresa fu.......fine

Finalmente furono pronti.
“Caro , per favore, porta in macchina la borsa con le provviste per il pranzo e le bibite” propose Tea, con un raggiante sorriso, al marito.
“ma, Tesoro, quanto cibo stai portando?, ti avevo detto  di preparare qualche salame e del formaggio, giusto per sbocconcellare qualcosa, prima che arrivi il pranzo offerto dal comitato della festa”
Esclamò Antonello nel sollevare  il pesante borsone indicatogli.
“caro, magari ai bambini la zuppa gallurese e la carne di pecora potrebbe non piacere, dovranno pur mangiare qualcosa!”
“va bè!” rispose l’uomo con poca convinzione.
Sistemati i bagagli nella macchina, iniziò il rito dei saluti delle “giovani marmotte.
Dodò si recò nel sottoscala, prese la bandiera: una canna con una pezza di stoffa bianca ,ove i due bambini appendevano una medaglia , disegnata su carta, al rientro da ogni missione delle “giovani marmotte”. Insieme al fratello la infilzarono nella terra dell’aiuola vicino all’ibiscus.La bandiera prese a sventolare lentamente
Questo gesto indicava ai passanti che le giovani e coraggiose marmotte erano in missione.
Tutti si misero sull’attenti anche la “gran mamon” ed il “gran papon” salutarono la bandiera che li avrebbe accolti al rientro e finalmente  presero posto nella macchina e partirono.
I bambini erano gasati alle stelle. Con la fantasia costruivano e descrivevano, ai divertiti genitori, eventuali incontri strani e avventure, che avrebbero vissuto in cima a quella montagna.
  --Usciti dal paese, presero la strada per l’Avru.
Cominciarono un percorso in salita, Inizialmente asfaltata, di seguito sterrata.
Man mano che salivano la strada si stringeva, aumentavano sia la pendenza che le curve.
Alla destra si vedeva una voragine boschiva.
Ad ogni curva Antonello suonava il clacson, onde evitare lo scontro con un eventuale macchina che scendeva a valle.
Tea, muta, immobile, sentiva scorrerle nella schiena brividi di paura.
I bambini da dietro incitavano il papà:
“ che bella sorpresa papà ci hai portato sulle montagne russe!”
“vai più forte papà!”
“state quieti bambini, non disturbate la mia concentrazione alla guida.
  --All’altezza del bivio per Giagazzu, Antonello dovette frenare di botto, onde evitare l’urto con un’altra macchina.
Alla frenata la macchina rispose con un testa coda, Una volta fermatasi prese a retrocedere  scivolando sulla renella e sui sassolini .che aveva divelto nella frenata
Finalmente, con abili manovre la macchina si fermò : la ruota  posteriore destra fuori della carreggiata, sospesa nel vuoto.
Una sconvolta Tea chinò la testa sulle ginocchia, per non vedere le cime degli alberi secolari che, apparivano minuscole nella profondità dello strapiombo.
Degli uomini bloccarono la macchina e sollevandola di peso la  rimisero in carreggiata.
  --Ripartirono.
Tea avrebbe voluto ritornare indietro , davanti a loro la cima della montagna appariva ancora lontana ma, dietro loro vi erano altre macchine che facevano la stessa strada per la medesima festa.
I bambini erano felici per l’accaduto.:" sembravamo all'autoscontro!" commentarono
“mamma perché ti sei spaventata? Papà è stato bravissimo!” disse Paolo.
Dodò aggiunse. “quando ritorneremo a casa avremo  già un articolo per il nostro giornale., lo intitoleremo “le sorprese di  papà!”
“mamma scriveremo che tu hai avuto tanta paura!” poi, ancora  Paolo, rivolto a sua mamma:
“perché ever paura? Se fossimo caduti giù avremo toccato la cima di un albero, la cima è morbida”
Dodò: ci pensi mamma, la nostra macchina rossa sulla cima di un albero come la stella cometa sull’albero di Natale!”
Risero come matti. Battendo un cinque.
Già si immaginavano nell’angolo de “il nostro giornalino”  turnare per battere l’articolo, con la macchina da scrivere  portatile,regalatagli dal nonno: Una vecchia “Olivetti lettera 21

Tea pensò: “beata innocenza!”
Pregò i figli di stare un po’ zitti, evitando di impaurirli per l'impraticabilità della strada
La salita proseguiva, Tea aveva l’impressione che stessero per arrivare ad un livello così ripido, quasi perpendicolare.
L’ultimo tratto fu percorso in prima.
Finalmente arrivarono ad uno spiazzo, si fermarono.
Antonello aprì gli sportelli e aiutò Tea a tenersi in equilibrio, mentre, i bambini saltavano come caprette.
Raggiunsero a piedi la vallata della cima. della montagna, in fondo alla quale si ergeva il sasso con l'impronta del cavalllo del Santo
Una meraviglia,  un Paradiso naturale contornato di rocce!!.
Dodò e Paolo riconobbero immediatamente quella con l’impronta del cavallo del Santo.
Antonello impose loro di non salire senza  il suo aiuto
“ma papà noi siamo capaci!” risposero in coro e delusi i bambini.
"guarda non ho alcun dubbio!" rispose suo padre nascondendo il sorriso che gli veniva spontaneo pensando alle capacità di cacciarsi  nei guai, dei figli.Spericolati
   -L’uomo diede loro la mano  e li accompagnò sul sasso affidandoli alle sagge mani di un suo zio, poi aiutò una reticente  Tea a salire anche lei
Per qualche secondo le mancò il respiro.
Oltre quel sasso con l’impronta , il vuoto si estendeva per tutta la Bassa valle del Coghinas,
Si vedeva il fiume che scorreva fino al mare, i paesi come greggi stavano raggruppati in pianura e in collina.
Il loro paese lo riconobbero anche i bambini: era esteso per lunghezza, le case allineate parevano bambini che si tenevano per mano.
Tea con un occhio ammirava il paesaggio con l’altro teneva sottocontrollo i figli.
I bambini si dimenavano, volevano raccogliere i licheni che crescevano tra le fessure del sasso, Dodò cercava di capire come poteva averne un pezzo.
Finalmente suonò la campanella della Messa..
Tenendo i suoi figli imbronciati, come gatti in gabbia, assistettero alla cerimonia.
Poi si sedettero a tavola tutti.
Tea fino alle diciassette del pomeriggio stette appresso ai bambini perché, a caccia di sorprese  il pericolo era il loro piacere.
Finalmente ,salutati amici, conoscenti e parenti ,presero la via del ritorno..
Fecero lo slalom  frenando, scivolando…………….i bambini divertiti al massimo.
Arrivarono  a casa stanchi , Tea distrutta i bambini sporchi di polvere ma sorridenti
Staccarono la bandiera dicendo
“grazie papà, è stata proprio una bella  gita, piena di sorprese, ci siamo divertiti, questa avventura ci regalerà almeno  cinque  medaglie:
:la prima per aver superato la prova delle montagne russe, la seconda , la mettiamo ugualmente a forma di stella di Natale, perché c’eravamo quasi riusciti, la terza per aver superato la prova autoscontro; la quarta per aver raggiunto il bordo del sasso, la quinta per lo slalom finale…..prove a sorpresa da vere giovani marmotte!
Tea pensò: "speriamo che la giornata delle sorprese sia conclusa qui, per oggi mi bastano e avanzano"


 fine










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