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Virgulto
di una rinsecchita
madre,
scura di pelle,
ella stessa figlia
di amara terra
ove la prima
parola che si apprende è
guerra.
La sensazione più forte
affonda tra la fame e la morte
Era Maggio,
falsi amici
entrarono
nel misero villaggio
Rapirono
la piccola pianta.
a quella mamma
remissiva alla violenza
svuotata di coraggio,
per farne un soldato-bambino.
In mano gli misero un’arma,
come giocattolino
I suoi piccoli piedi
veloci andavano ,
agnello al macello
sui campi minati,
per aprir la strada
all’esercito dei malnati
Imbracciato ,
per gioco, il fucile
Il sangue che scorreva
lo caricava di soddisfazione
Gli avevano insegnato
ad odiare
nell’età del giocare.
Imbottito di cocaina
tendeva agguati,
sparava a raffica
sulla sua
stessa razza
un ghigno sull’imberbe viso,
deformato da un demotivato odio.
il suo infantile sorriso
Frantumato,
balzò per aria,
preso
da una mina farfalla
fulminato
in un giorno di Maggio
espressione di vile, altrui coraggio,
l’aveva colta per giocare,
il soldato-bambino,
morto
senza lasciar traccia
ignaro
per chi, che cosa
facesse la guerra,
sfortunato pollone
di amara Terra
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