03 giugno, 2011

racconto...una vita insieme...settima parte



Dal giorno della promessa, tra i due giovani, trascorsero quattro settimane prima che, i medici dichiarassero fuori pericolo donna Costanza. Le concessero il permesso di cominciare ad alzarsi dal letto e camminare nella sua camera.
In quelle settimane il rapporto tra le due donne era andato affinandosi in una situazione di fiducia  rilassante.
 Angela  si occupava esclusivamente della cura dell’ammalata, cancellando , dai suoi ricordi, le azioni sgorbutiche che la donna le riservava.
Una mattina il medico incontrò la giovane che, sostenendo donna Costanza,  l'aiutava a camminare.
“buon giorno!” salutò le due donne, con un sorriso soddisfatto.
Nel sollevare la testa per rispondere, Angela fu colta da capogiro e cadde per terra.
Donna Costanza urlò “ che succede piccola mia?”
Chiamata una cameriera perché l’aiutasse, il medico condusse Angela nella sua camera e stesala sul letto la visitò
“rimanete a letto!”le consigliò “ questo periodo vi siete affaticata troppo!”
Sorridendo si allontanò felice di portare la buona notizia alla sua paziente.
Entrato nella camera annunciò
“ mia cara donna Costanza grande gioia  andrà ad aggiungersi alla vostra guarigione, vostra nuora aspetta un bambino!”
“mia nuora ?,un bambino?
“si la fidanzata di vostro figlio è incinta!”
La donna cacciò un urlo
“Angela non è la fidanzata di mio figlio è una serva!” disse inviperendosi
“scusate signora!” borbottò il medico confuso “visto che vi curava come solo una figlia sa fare ho pensaro.hemmm…scuatemi ancora !” aggiunse mentre, chiudeva il borsone e velocemente scendeva le scale per allontanarsi da quel temporale che, prevedeva in forma di tempesta.
Donna Costanza si diresse verso la camera di Angela, aperta la porta esordì a denti stretti:
“brutta sgualdrina, sei incinta?….chi sarebbe il padre del tuo bastardo!?”
Angela si rimise in piedi e tremante rispose
“ aspetto il figlio di Beppe!”
L’urlo che cacciò donna Costanza si estese per tutta la vallata.
Con gli occhi fuori dalle orbite continuò:
“ disgraziata! E maledetto il giorno nel quale sei entrata nella mia casa, da tempo mi ero accorta che facevi l’angioletto, la tenera agnella per attirare l’amore di quell’ingenuo di mio figlio,! Prendi i tuoi stracci ed esci da questa casa…non avrai mai mio figlio       è minorenne farà quello che dirò io……tu…vai in mezzo alla strada , quello è il tuo posto!”
Angela prese un borsone, mise dentro della biancheria e scese le scale , prese la strada verso Sassari.
Si era alla fine dell’estate. Eppure nel cielo delle nuvole dispettose si radunavano preparandosi per un temporale rinfrescante..
Sentendo l’urlo ed il trambusto, il notaio uscì fuori dal suo studio. Non gli fu permessa nemmeno una parola, sua moglie lo aggredì con pugni e graffi:
“ tutta colpa tua!, te lo avevo detto che Angela voleva rubarci il figlio per impossessarsi dei nostri poderi……!”
L’uomo la prese per i polsi
“ ma che dici? Tu sei impazzita!”
“io sono impazzita?          Quella sgualdrina aspetta un figlio da Beppe, stupido e ingenuo si è lasciato ingannare da quella faccia d’angelo, brutta sgualdrina!”
Mentre la donna urlava quelle insane parole,come bestia ferita,  arrivò Beppe
“Angela dov’è?”  chiese a sua madre
“sulla strada , al suo posto!” rispose con occhi accesi la donna.
“l’hai cacciata?” urlò il giovane e prese a scendere velocemente le scale.
Sua madre lo seguì"
"dove vai? Sei minorenne, ti farò prendere dai carabinieri
Il giovane si voltò:
“fai quello che ti piace, io amo Angela e vivrò per sempre con lei!”
Non la potrai sposare , sei minorenne e tutti chiameranno tuo figlio bastardo!” aggiunse la donna in un crescendo di follia
"madre andremo lontano, non mi vedrete mai più!”
Rispose con severa convinzione il giovane.,
Nel frattempo erano arrivati sulla strada ove il temporale era scoppiato copioso d’acqua già si formavano le prime pozzanghere.
Beppe si diresse alla scuderia, sua madre dietro
“non oserai andartene?”
“madre se non ti sposti ti tirerò sotto il cavallo!”
La donna al culmine della follia, raccolse un pugno di fango, lo tirò dietro le spalle al figli, con la spinta dell’odio che sentiva e urlò:
“ che tu sia maledetto e con te tutta la tua generazione, che possiate andare con l’ombrello aperto e sempre zuppi d’acqua!”
Beppe salito sul calesse andò in cerca della sua Angela, senza voltarsi indietro.
Il notaio sgomento, si ritirò nel suo studio-
Per la prima volta aveva consapevolezza della serpe che aveva amato, alla quale aveva dato tutto.
Aprì la cassaforte , prese tutto il danaro depositato, lo mise in una busta, si sedette alla scrivania e su un foglio scrisse
“figlio mio,
perdonami per non esser stato abbastanza presente nella tua vita.
Ti prego, prendi questo denaro, è abbastanza per sistemarvi inizialmente, all’apertura delle banche te ne manderò dell' altro.
La mia benedizione sia con voi!!!…………….stai vicino ad Angela ed al tuo bambino parlagli di me.
Ti manderò questa missiva presso il convento dei frati, è l’unico posto che conosci, dopo penserò a stilare il testamento ove ti lascerò tutti i miei averi.
Abbi pietà di tua madre
Vi abbraccio”
Chiusa la lettera chiamò Bastiano, il suo fidato factotum e gli disse:
 “ascoltami bene, vai in città e cerca mio figlio presso il convento dei frati, dove ha allogiato nel periodo degli studi , consegnagli questa missiva. Sta attento, se la padrona ti ferma non deve sapere niente!”
“Tranquillo padrone, sapete che potete fidarvi di me!”
Detto questo nascose nei suoi panni la lettera ed uscì. Il  notaio prese della carta pergamena e dopo aver intinto il pennino nell’inchiostro del calamaio, cominciò a scrivere_
“Addii XII del  mese di Settembre anno Domini MCMX…………………
un dolore al petto lo bloccò…………….si accasciò sulla scrivania.
Così lo trovò la cameriera che, l’indomani mattina entrò per fare le pulizie.
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