23 giugno, 2011

poesia.....................il tramonto..............


Il sole,
 fuoco di vita,
scendeva dietro la collina.

Avvolta nei miei
tristi pensieri,
affondavo lo sguardo
 nella sua fiamma
che, sparendo alla mia vista
 parea rubarmi la vita

Le tenebre avanzavano
nel cielo nebuloso,
attorno a me il buio nero:
ogni fiamma era spenta
come annuncio
di una fine vera

La speranza
spavalda avanzò,
non so dir da dove,
mi tese   le mani
m’infuse coraggio

“riposa serena, anima bella,
non sarà il buio della notte
a muover la falce che metterà
 fine ai  giorni tuoi,
l’amor perduto
è un amor scaduto.

Il sole ritornerà,
con la sua spada infuocata,
caccerà le tenebre
allontanando dalla tua mente
le paure, i dubbi, le pene

L’animo tuo vedrà il fuoco
di un nuovo amore
esulterà il tuo cuore
alla danza della fiamma
quella vera, che non inganna.!”





19 giugno, 2011

racconto............il dentifricio.............


“Tesoro  non riempire la valigia di tanti vestiti, staremo fuori solo sette giorni e poi sai benissimo che te ne comprerai degli altri.!!!
Lascia spazio perché un’altra valigia  non la compreremo!” con tono convincente aggiunse:
“ ogni volta partiamo con due valigie e rientriamo con tre ed un borsone.
E chi fa il facchino? Ioooo!!!!!!!!!!!!”
“certo , tranquillo amore!” rispose la donna osservando tutto quello che aveva preparato sul letto.
Era rimasta poca roba nell’armadio.
Tre pantaloni con relativa maglia da abbinare,
“e se per caso andiamo al cinema o a teatro?” aveva pensato prendendo dall’armadio un abito da sera e due completi eleganti: uno con gonna l’altro con pantalone..
“mi ci vorranno anche le scarpe, quelle per camminare bene e quelle  eleganti per
 stare sedute al cinema, al teatro o ad una serata danzante. Per la serie un ballo si e dieci “ahia che dolor di piedi”; quelle elegantine, con il mezzo tacco.
Tre borsette abbinate più quella per il viaggio
“ah! Dimenticavo le pantofole da camera e due pigiama!!"   Sorrise compiaciuta,  pensando ai sette giorni che avrebbe trascorsi piacevolmente con il suo amore

17 giugno, 2011

racconto...l'applauso..........



“Mamma, papà scendiamo in spiaggia?”
chiese Piero ai suoi genitori, mentre,tratteneva a stento le bizze che la sua figlioletta faceva ,innervosita dall’esser stata  tutto il giorno chiusa in casa.
Anche , Carla, la giovane moglie di Piero,  assentì alla proposta.
Elena guardò Giovanni suo marito: “che ne dici nonno hai voglia di andare in spiaggia.
L’uomo, da  navigato” lupo di mare” rispose:
” oggi tira un venticello  da sud-sud est, sarà pericoloso fare il bagno perché nel nostro mare, tle onde “tirano dentro!”
Non faremo il bagno!” risposero tutti in coro.
Il giovane aggiunse: “ al limite, per Chiaretta,  porteremo la piccola piscina che, riempiremo e giocheremo insieme sulla spiaggia.
Si prepararono tra  gridolini e saltelli di gioia della bambina.
Arrivarono al mare s,
Il l vento non soffiava  molto forte,  infatti,  poterono sistemare due ombrelloni vicino a  quelli di due famiglie di parenti..
Piero, presa in braccio la bambina, stava sulla battigia ove arrivavano delle onde che, ritornavano indietro trascinando la sabbia.
I granelli della rena, spinti dall’onda, correvano avanti e indietro rotolando e rimescolandosi tra loro.
Giovanni chiacchierava con i parenti.
Elena desiderava ardentemente fare il bagno.

12 giugno, 2011

racconto.......il gattone....

     

Elena rientrava a casa dal lavoro.
Insegnava alla scuola materna. Amava molto il suo lavoro, però il turno del pomeriggio la massacrava.
Guidava la macchina senza veder la strada. a sua mente si rilassava canticchiando la canzoncina con la quale aveva intrattenuto i piccoli alunni, nel gioco che precedeva  il momento della merenda.
La sua mente ripeteva il ritornello:

"il gattone della nonna sulla sedia accoccolato
quieto, quieto fa il sornione sembra proprio addormentato
ma le orecchie drizza il gatto ha veduto un topolino
“fuggi, figgi topolino che il gattone si è svegliato!"

Elena sorrise al ricordo del parapiglia di bimbi-topolino che scappavano inseguiti dal bimbo-gattone, al sentir l’ultimo versetto.
Finalmente il cancello di casa.

11 giugno, 2011

poesia........timido amore


Ferma sulla riva
Lo sguardo  vaga
 nell’orizzonte
Ove
s’incontrano il cielo e il mare,
Alle mie spalle
ti sento arrivare,
passi leggeri
sulle orme mie,
non ho più pensieri.
Un bacio fugace
appena accennato
Il tuo lieve respiro….
Le tue braccia
mi circondano,
porto di pace
sei per me.
Sento l’ardor
dei sentimenti tuoi
Penetrar nell’animo mio,
Le tue labbra contornano
il mio viso,
cercano le mie,
in attesa delle tue
Giochi  di pensieri,
intreccio di mille
timidi desideri.
Di quel dolce
attimo d’amore,
unico discreto testimone,
il sorridente sole
che
con tuffo sereno
sparisce  nel mare,
lasciando avanzare
del
buio il mantello
Calato il sole,
la luna nascente,
sorride complice
al nostro amore,
ancora giovane
appena nato
eppur
come fiamma ,
 risplende
nel cielo stellato.
Rapiti da tenerezze
d’amore
 coltiviamo il suo germogliare
gelosamente per noi
tra anima
e cuore.

                          

10 giugno, 2011

poesia...................amore...........

                                    amore

Cammino sulla battigia
L’onda leggera
mi accarezza i piedi,
tocca lenta
ma
non cancella le orme,
tracce per il
tuo cercarmi.
Alle mie spalle
sento il tuo passo
ricalcare,
con sicurezza
il mio andare.
Mi stringo tra le mie
stesse braccia,
frullio di ali di gabbiani,
così volano
i miei sognati
pensieri
L’arcobaleno
mi circonda,
solleva l’animo,
splendore di luna,
tenerezza
del dondolio
di atavica cuna
“amore, amore, amore”
inneggia il mio cuore
Così mi raggiungi:
raggio di sole,
spiga di grano,
dolcezza di labbra,
carezze fugaci
turbinio di baci,
di palpiti sopiti
armonia,
musica divina,
dolce poesia
salgono dal cuore.
"luce dei miei occhi,
vita mia!"
Timidamente
sussurro,
senza proferir parole.
Tace la bocca
per l'emozione


08 giugno, 2011

poesia....alla sera


Nel buio della sera
Ogni cosa si deforma
Nel riflesso del vetro
della finestra,
appena
illuminato dal fanale
della strada.
Le ombre deformate
tremolanti
ondeggiano
vicino al davanzale.
Con gli occhi spalancati
osservo la danza
al ritmo
del miagolio dei gatti
come pianto
di bimbi abbandonati
nel silenzio,
tra le fronde
sibila il vento:
gemiti di amanti,
il desiderio , la passione
intreccia i corpi,
arde il cuore
 di fiamme d’amore
Ululati di cani in
 lontananza
richiamano
ombre infernali
in tormentosa danza……
Il buio della sera
ha una sua vita
nel silenzio
della bruma oscura
mai nera.
Al sorger del sole
ogni cosa riprende la sua forma
l'incubo notturno
è lieve cosa
rispetto alla realtà
del vissuto quotidiano
dell'umanità

                                    

poesia.....il vestito


Il vestito …..


Nella nudità
del nascere
è l'essenza dell'essere.
L’ “IO” presuntuoso
maschera corpo
per nascondere
sé stesso.
Il vestito non è
quello che egli è
Ma quello che
desidera che
 gli altri , di lui,vedano .
Nei colori , nel taglio
e nelle rifiniture
egli è uno sconosciuto
a se stesso
Intrappolato
nella veste
  preparata
con tanta cura
Non gode più
delle innate
primordiali doti
è  una maschera
indossata,
una trappola,
una tristezza annunciata.
Se avesse scelto
la nuda natura,
nella sua essenza designata
avrebbe trovato
 nel vento vagabondo
il suo libero  pensiero,
l’agire il sognare, il fare
il suo “IO” più vero.

                                         

07 giugno, 2011

poesia........il pomeriggio



Davanti allo specchio
Osservo qualche capello grigio,
sorrido
all’avvento del pomeriggio
che si inoltra
preannuncio della sera
A volte
sento l’autunno,
con i caldi colori
dei ricordi,
degli amori
che han riscaldato
il mio cuore
ma molto più spesso
la primavera che mi spinge
a sognare
invitando
la mia parte bambina
a saltellar
come acqua
canterina
che scende a cascatella
nell’età più bella.
Non sarà qualche grigio capello
a fermar
la visione colorata
di ogni attimo
vissuto
della mia giornata.


     

poesia...l'amore


Un campo di grano
un venticello
lo increspa
come onda marina.
Papaveri rossi
nel biondo mare.
Richiamo d’amore
Inno alla vita
che ti avvolge
come ali di uccelli,
che spigolano semi
Corona di spighe
ti circonda
come l’amore.
E come il sole
bacia anche
le radici della spiga
L’amore
prende ogni parte
di te
Ti accoglie in sé
Ti scuote come spiga
per cogliere
l’essenza vitale
Ti passa al setaccio
Ti macina
Ti impasta
Pane caldo da donare
Appagamento
d’amore.
                                       

racconto....una vita insieme......fine


Angela e Beppe si trovarono impreparati a  quell’inaspettato dolore . Si sentirono, improvvisamente, nudi e indifesi sotto una tormenta che li sbatteva  senza pietà, come gabbiani  sospinti dal maestrale incapaci di trovare  una loro  direzione.
Donna Vittoria che, li amava come figli, cercò di consolarli con parole  del Vangelo.Tutte le persone che avevano ricevuto del bene dalla coppia, stavano loro vicini. Sotto la spinta di queste sollecitazioni, i due ripresero   la” solita vita”. Non erano più gli stessi.
Beppe  aveva quarantuno anni ed Angela quarantaquattro, eppure , la morte del figlio, li aveva improvvisamente invecchiati e aveva limitata loro la voglia di lottare.
Alla sera andavano a letto tenendosi per mano, come due cuccioli orfani.
Nel buoio tacevano per non disturbarsi l’uno con l’altra e ciascuno pensava di consolare l’altro con quella stretta di mano.
Al primo mattino, il sonno li coglieva così.
Beppe lasciò i viaggi e si occupò solo di affittare biciclette, Angela continuò con il lavoro dell’emporio. Di giorno si distraevano in mezzo alle persone che amavano ma alla sera, rimanevano soli nel loro doore.
Una sera Angela tenendo stretta la mano del marito chiese:

06 giugno, 2011

racconto......una vita insieme....nona parte



Al mattino successivo la vedova, signora Vittoria, preparò la colazione per i due giovani.
Si era svegliata di buonumore.
Sentiva che  quei giovani, capitati nella sua casa, per caso, sarebbero stati importati nel suo futuro.
Angela, su unvito della donna, rimase con lei a chiacchierare come due vecchie amiche.
Beppe si recò per prendere accordi con il maestro falegname e con il capomastro di una squadra di muratori.
Al pomeriggio si recarono al magazzino per dare le indicazioni su come desideravano avvenissero i lavori.
I due maestri artigiani misuravano e disegnavano come i giovani desideravano
Rientrati da donna Vittoria la informarono che i lavori avrebbero iniziato il lunedì successivo, perciò loro sarebbero ritornati a Sassari per avvertire i frati e le suore,della nuova svolta della vita, avrebbero comprato qualche vestito. Comunicarono che  sarebbero definitivamente rientrati a Turrys alla domenica pomeriggio.
La donna li abbracciò:
“qui siete a casa vostra!” con queste semplici parole affettuose li salutò
Arrivati vicino a Sassari, si dovettero fermare, all’altezza del cimitero, per permettere l’ingresso della carrozza funebre, seguita da numerose carrozze e gente a piedi

racconto....una vita insieme......ottava parte



.
Angela  andava per il sentiero che, attraversando la vallata, portava sulla strada principale diretta a Sassari.
Piangeva. Nella mente non aveva una direzione precisa, solo un desiderio: allontanarsi dal palazzetto.
Lacrime d’amarezza scendevano lungo le sue gote, quando, la pioggia cominciò a cadere..
In pochi attimi fu d’acqua. Il bambino che portava nel grembo, si mosse. La giovane si fermò, recuperando coscienza della sua situazione..
 “figlio mio !” sussurrò accarezzandosi la pancina appena percettibile “staremo insieme, giuro che lavorerò e farò di te un signore, avrai tutto il mio amore, il mio cuore batterà solo per te”
Resasi conto che non poteva permettersi di ammalarsi si rifugiò in una grotta che, le intemperie avevano, scavata in una roccia.
Seduta, con le braccia incrociate attorno alle ginocchia, piangeva liberamente, i suoi singhiozzi si mescolavano con i rumori della pioggia.
Sentì arrivare una carrozza,:Il cuore le sobbalzò nel petto.
“Si era lui, Beppe.!”
La giovane si sollevò e si mise sul percorso della carrozza. Il giovane la vide, arrestò la corsa del cavallo tirando le briglie e scese.
La strinse a sè, la sollevò delicatamente  e a livello di labbra le sussurrò

03 giugno, 2011

racconto...una vita insieme...settima parte



Dal giorno della promessa, tra i due giovani, trascorsero quattro settimane prima che, i medici dichiarassero fuori pericolo donna Costanza. Le concessero il permesso di cominciare ad alzarsi dal letto e camminare nella sua camera.
In quelle settimane il rapporto tra le due donne era andato affinandosi in una situazione di fiducia  rilassante.
 Angela  si occupava esclusivamente della cura dell’ammalata, cancellando , dai suoi ricordi, le azioni sgorbutiche che la donna le riservava.
Una mattina il medico incontrò la giovane che, sostenendo donna Costanza,  l'aiutava a camminare.
“buon giorno!” salutò le due donne, con un sorriso soddisfatto.
Nel sollevare la testa per rispondere, Angela fu colta da capogiro e cadde per terra.
Donna Costanza urlò “ che succede piccola mia?”
Chiamata una cameriera perché l’aiutasse, il medico condusse Angela nella sua camera e stesala sul letto la visitò
“rimanete a letto!”le consigliò “ questo periodo vi siete affaticata troppo!”
Sorridendo si allontanò felice di portare la buona notizia alla sua paziente.

01 giugno, 2011

racconto.......una vita insieme.......sesta parte



Il sole sorgeva da dietro le colline, quando Beppe, pagata la locandiera sedette sul suo leggero calesse e prese la strada verso Sassari e i poderi della famiglia De Tora.
Angela si era svegliata presto, dopo una notte agitata, appena sorto il sole era saltata giù dal letto.
Nonostante i suoi sforzi, Beppe era nella sua mente, nell’anima, nel cuore.
Per liberarsi da quel tormentoso pensiero si dedicò alla casa.
A metà mattina per sfuggire a sè stessa si recò nei frutteti.
Chiacchierando con i contadini e con le donne che raccoglievano i frutti maturi, impediva al suo cuore di sovrastare la mente.
Anche nel suo distrars,i il cuore batteva al ritmo allegro  dell’amore.
Il cuore ragiona a modo suo, non condivide niente con la mente.
Se ne accorse appena sentì sull’acciottolato davanti al palazzetto, gli zoccoli del cavallo che aveva ricondotto  il calesse con Beppe.
Con il cuore in tumulto decise di allontanarsi.
Si diresse verso  il fiumicello ove spesso vi si recava, nella stagione calda, per trovare refrigerio nelle sue fresche acque e sotto l’ombra dei pini, delle accace e dei salici che, rigogliosi crescevano al di qua dei canneti.
Si sedette sulla sponda, mise i piedi nella fresca acqua che scorreva portando al mare sassi, ciottoli .
Al fiume che, scorreva sereno affidò la pena del suo cuore