30 maggio, 2011

racconto....una vita insieme.....quarta parte



Rimasto solo, Beppe si tolse con sollievo la divisa e si rilassò con un bagno ristoratore nella buffa vasca poggiata su quattro zampe di leone, riprodotte artisticamente nel marmo bianco.
Indossò una camicia ed un calzone di lino, passò della brillantina sui capelli a spazzola e si osservò allo specchio.
Sorrise al suo viso sereno, L’appoggio di suo padre lo aveva tranquillizzato, contava molto su di lui.
Per un momento le passò nella mente il viso e lo sguardo di Angela
“com’è cambiata!” pensò “ è bellissima!!”
Sorridendo scese le scale proprio nel momento in cui sua madre incontrata Angela ,  senza il grembiule, con tono secco le chiedeva:
“perché hai tolto il grembiule, che ne hai fatto?”
Angela era talmente intimorita dall’espressione severa di donna Costanza che prese a balbettare arrossendo come un pomodoro maturo.
“sono stato io Mamma!” intervenne il giovane
e guardando negli occhi sua madre sconcertata dal mutamento comportamentale di quel figlio ch’ella aveva sempre dominato
“Angela è stata adottata dalla nostra famiglia come una figlia ed anche, se non porta il nostro cognome, ella ritornerà a sedersi a tavola con noi e si occuperà della casa come farebbe una mia sorella!”
Vedendo che sua madre stava  per essere travolta da una crisi nervosa le si avvicinò e porgendole le mani sulle spalle docilmente aggiunse
“madre!, ti devo ricordare gli insegnamenti che mi hai dato sull’amore scambievole con il nostro prossimo? Che paure assurde hai? Angela fa parte della nostra famiglia, pensaci, lo hai voluto tu!”
La donna chinò la testa, si sentiva confusa e consapevole che, le sfuggiva di mano, la situazione gestionale della sua famiglia.
Ma , la cosa che la confondeva maggiormente, era il mutamento del comportamento e la sicurezza che mostrava suo figlio in ogni  azione.
Amava troppo il suo ragazzo per cui contenne la rabbia e facendo buon viso invitò Angela a rioccupare il suo posto a tavola.
Beppe sorrideva felice, per donare serenità ad Angela.
Entrò il notaio.
L’uomo osservò la tavola imbandita e i quattro posti a sedere, alle spalle di ogni sedia vi erano: sua moglie, suo figlio e…Angela.
Sfregandosi le mani per la soddisfazione disse:
“finalmente tutti insieme come una volta! E spostando la sedia “prego accomodatevi!”
Tutti si sedettero;  la cena iniziò e proseguì serenamente, anche se, la serenità di donna Costanza era nascostamente forzata.
La donna pensava di usar l’astuzia dell’atteggiamento materno per riconquistare l’obbedienza e la gestione delle scelte di suo figlio ed allontanarlo da Angela.
Dopo cena ,mentre le donne si occupavano della casa il notaio si ritirò nello studio con suo figlio.
“Allora ragazzo mio !” disse offrendogli un sigaro che, il giovane rifiutò ringraziando “raccontami tutto!”
“padre!” esordì il giovane “ io non sono portato per la carriera militare, non mi piacciono le armi, la guerra, io amo la mia Sardegna, la mia Terra.
Toccare le zolle, sentirne il profumo, coltivare i campi. Amo la campagna i nostri possedimenti, le nostre colline con gli oliveti, i vigneti, vivere con i contadini………….!”
Suo padre lo interruppe:
“ figlio mio vorresti fare il contadino?”
“padre vorrei frequentare l’università !”
“bene figliolo!” acconsentì anche con i gesti il notaio
 “ aspetta padre!” continuò il giovane
“desidero frequentare una facoltà umanistica, adoro la letteratura, scrivere e vivere qui, nella nostre proprietà baciate dalla benevolenza Divina.”
Suo padre emozionato si sollevò dalla poltrona e avvicinandosi lo abbracciò:
“Avrai tutto il mio appoggio!”
Dopo aver dato due colpetti di tosse, di fronte all’espressione dubbiosa del figlio, aggiunse
“ non preoccuparti per tua madre, ci penserò io, dovrà prendere coscienza che non può gestire la vita di chi le sta attorno!”
“grazie padre!” disse il giovane , ricevendo alcune pacche sulle spalle da suo padre che, con quei gesti, intendeva dargli fiducia e coraggio.
Terminato il colloquio, il notaio invitò il giovane a fare una passeggiata nel giardino illuminato da fanali e aggiunse
“ quando scendi , fermati, per favore da tua madre e informala che l’aspetto nello studio! tanto, sicuramente è in attesa” e sorrise .
Il giovane scese di corsa le scale e trovata sua madre fece la consegna.
La donna  ringraziando, si recò velocemente nello studio del marito.
Beppe cercò Angela e la condusse con sé a passeggiare nel giardino.
Donna Costanza entrò nello studio del marito.
L’agitazione e la fretta le avevano arrossato il viso .
 “allora?” esordì in piedi davanti alla porta
“accomodati!” la invitò il notaio indicandole la poltrona
Il notaio con poche e concise parole la informò sulle intenzioni del giovane , aggiungendo che egli aveva concesso il suo consenso ed appoggio.
La donna scoppiò a piangere lamentando il sacrificio solitario che aveva fatto per guidare il figlio, accusò il marito d’incapacità di gestire la famiglia e le proprietà……….come presa da un attacco di follia,  lasciò che parole velenosamente offensive raggiungessero umiliandolo, l’orgoglio del marito.
Quando sconvolta e scarmigliata, la donna non ebbe altre parole da scaraventare contro l'uomo, il notaio con calma:
”mia cara, l’errore fondamentale l’ho compiuto io nel darti la massima fiducia.
Giorno dopo giorno, mi accorgevo che ti impossessavi della gestione dei miei poderi, della casa, delle persone e di mio figlio, pensavo che fosse la tua esigenza  di donare amore, la tua espressione di carità Cristiana ed ora mi deludi così?
Nostro figlio non è più un ragazzo ed è  grazie alla tua decisione di fargli frequentare l’accademia militare, lontano da noi,se  ha maturato la sua personalità, le sue scelte
Ti chiedo di veder positivo ed essere orgogliosa di nostro figlio!”
Concluse con tono sereno.
La donna capì di aver perduto una battaglia e facendosi umile :
“ forse hai ragione tu! Sicuramente sono stata madre possessiva e impositiva!” disse, mentre, nella sua mente pensava come agire per riprendere la sua posizione dominante.
Il notaio allungò le braccia verso la moglie che, si avvicinò per ricevere l’abbraccio.
Con quel gesto che, si era sforzata di accettare, intendeva rassicurare il marito che tutto fosse a posto.

                               







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