12 aprile, 2011

i racconti di una volta.....la locanda......7a parte

La locanda  aveva una facciata  accogliente:
Il colore della facciata emanava un profumo di vernice fresca  che  penetrava le narici dando la sensazione del “pulito”.
Il suo colore rosa antico diventava più intenso, man mano che la luce del fanale della piazza sfocava.
Alessandra lesse l’insegna  “ locanda   Bellavista”, poi rivolgendosi ad Alfredo:” chissà se la bella vista sarà sul mare o sulle colline?”
“donna Alessandra  ovunque sia siamo finalmente arrivati”.
Sorridendo suonò il campanello .
Un signore di età avanzata aprì e con un sorriso ospitale diede loro il benvenuto facendoli accomodare all’interno.
Dentro, l’arredo era veramente raffinato: vi era un bel bancone per l’accettazione, un salotto di velluto rosso, diversi tavolini sparpagliati, quadri  e piante,tante piante ben curate.
In fondo al salone si intravedeva una suntuosa scalinata .
Una volta entrati il signore si presentò come il proprietario messer Nicolò Cicalasi, quindi chiese loro  “le carte” per registrarli.
Alessandra le poggiò sul bancone e l’uomo lesse a voce alta “ donna Alessandra de Belle Ville”
Sollevò la testa sbalordito e disse ancora : “ donna Alessandra de Belle Ville?????”
“ oddio!!! Ma voi siete la figlia di dama Rosa Maria Mentegozzi?”  riprese fiato  “ Sposata con il capitano  francese messer Goffredo de Belle Ville?”
“Certo messere!!” rispose una meravigliata Alessandra. “come fate a  conoscere i nomi dei miei genitori?”
L’uomo uscì dal bancone e ,con viva emozione, prese una mano della donna , vi poggiò un lieve bacio e con le lacrime agli occhi
“ signora voi siete la figlia della sorella della mia amata moglie, che Dio l’abbia in gloria!!”
“Accomodiamoci  nel salotto, prego,  ho bisogno di sedermi !” Poi continuò “ ditemi dei vostri genitori, partirono subito dopo le nozze e non ne sapemmo più niente!! Completamente persi i contatti!”
Alessandra emozionata, per quello zio ritrovato, raccontò la sua storia .
L’uomo, ascoltava la triste storia,  asciugava gli occhi e soffiava il naso con un fazzolettone che tormentava nelle mani..
Alfredo  era rimasto, discretamente, in un angolo,  Alessandra con un cenno lo fece avvicinare:
“zio permettetemi di presentarvi  il coraggioso cocchiere che mi ha accompagnata con pazienza a Gaeta, egli è messer Alfredo….”
“ alfredo e basta!” proseguì il cocchiere,   “sono figlio di NN e devo ringraziare donna Alessandra che in una fredda e nebbiosa mattina,  ha cambiato la mia vita ! sono onorato di stare al suo servizio! e vi prego , sono una persona umile e semplice vorrei lasciarvi soli a raccontare i fatti delicati della vostra famiglia, concedetemi di spostarmi nella stalla ove troverò un posto per me e per il mio cavallo!”
Zio, se voi permettete vorrei che questa persona si umile e semplice possa avere una camera!”
“certo nipote!” rispose messer Nicolò, nel sottopiano vi sono le camere per la servitù !” Così dicendo tirò la corda dorata di una campanella;  entrò un cameriere
“Gustavo, accompagna Alfredo nella cucina che possa rifocillarsi, poi nel sottopiano e dagli un posto letto!”
Rivolto un sorriso gratificante ad Alfredo aggiunse
” potete andare. Buona notte! Sarete ricompensato degnamente!”
“Buona notte anche a voi !” rispose l’uomo facendo  un inchino verso donna  Alessandra,
“ la mia ricompensa sarà rimanere al vostro servizio!”
Stavano per riprendere il discorso sull’onda degli avvenimenti, quando, si sentì un passo leggero scendere per lo scalone. Messer Nicolò si alzò in piedi e chiamò
“vieni avanti Clelia, oggi è una giornata speciale abbiamo ritrovata una parente!”
La donna si avvicinò “figlia mia, questa signora è  Alessandra de Belle Ville la figlia della zia Rosa Maria , sorella della tua povera mamma, defunta anche lei, che  Dio le abbia in gloria!”
Mentre le donne si abbracciavano emozionate ma contente della sorpresa,  l’uomo continuò  a strombazzare il naso gocciolante di lacrime, dentro il fazzolettone.
Poi aggiunse “ mie care, vogliamo continuare il discorso a tavola? perché cara nipote voi alloggerete nella nostra casa che è accanto alla locanda.”
Lasciato l’usciere di notte al bancone si recarono in un bel villino dietro la locanda.
Durante la cena Ale raccontò i motivi che l’avevano spinta verso Terra di Lavoro.
Lo zio e la cugina entusiasti  del nobile progetto della parente si proposero di aiutarla.
Con il cuore sollevato dall’inaspettato evolversi della sua situazione, dopo aver salutato i parenti ritrovati, Ale fu accompagnata nella sua camera ove si abbandonò ad un sereno e rilassante sonno.
















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