Vorrei che la mia fantasia
uscisse dal corpo
e
Come gabbiano
si librasse in volo
e
veder da lontano
veder da lontano
una tesa mano,
sollevarsi
da un fragile corpo
disperato,
su cui posarsi
a donar conforto.
Vorrei esser
un ruscelletto canoro
Che, felicemente,
Saltellando tra i sassi
Portasse agli occhi
Spenti
dalla triste realtà,
un sereno ristoro.
Vorrei esser
Un arcobaleno
Che senza inizio
E fine
toccasse
Il punto
ove è confine,
l’orizzonte
della visuale
di ogni uomo.
Così che i colori
Allegri e
Sfavillanti
Attirassero di ciascuno
L’attenzione,
Penetrando il cuore,
Allontanasse l’odio
la sete di potere
che anima le guerre.
Vorrei essere
Lo Spirito dell’amore
che
volando
come gabbiano
potesse cercare
del fratello
quella tesa mano,
penetrare nel suo
sofferente cuore
per ricordargli
la bontà del Signore
che, solo l’uomo ha tradito
usando male
il libero arbitrio
a lui donato
per governare
i doni della Terra
Vorrei essere un pensiero
messaggero
di richiesta
dell’umano perdono,
da portare al Signore,
per aver tradito
la sua fiducia
con l’odio, la guerra,
la presunzione, la distruzione.
Ma questo è un gioco
della mia mente
che esprime i pensieri
di tutta quella gente,
che subisce
le scelte di chi sta al potere
e degli umili
niente vuol sapere.
.
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