23 febbraio, 2011

breve racconto.................una figlia



Stretta al suo soldatino lo accompagnava al punto stabilito per il raduno dei giovani richiamati per partire al fronte, in  guerra.
Egli la teneva sotto il suo braccio e camminando le poggiava le labbra sui capelli, mentre con l’altra mano accarezzava il bimbo che la donna portava nel grembo.
Si erano sposati qualche mese prima, una semplice cerimonia nella chiesa campestre accanto al campo ove lavoravano.
Dopo la cerimonia i parenti e i contadini dei dintorni avevano festeggiato , mangiando i cibi semplici ma abbondanti , e i “dolci degli sposi” preparati dalle donne.
Fino a notte tarda si era danzato nell’aia antecedente “la casa nuova” della coppia: due stanze aggiunte alla casa dei genitori.
L’organetto suonava e le coppie si muovevano al ritmo dell’ allegro suono, le donne roteavano facendo il cerchio con le gonne, i giovanotti corteggiavano le ragazze, che sorridevano arrossendo.
La loro vita di coppia aveva intrapreso la strada giusta: si amavano e da quell’amore cresceva nel grembo di Isolina , il frutto, dono della benedizione Divina.
Lavoravano nei campi, lontano dalla città.
Ogni tanto, arrivava qualche commerciante per comprare provviste e portava notizie dalla città
Si diceva che soffiava aria di guerra, si parlava di invasione di Spagnoli……………..in campagna ascoltavano ma, allontanatosi l’estraneo tutto ritornava come prima: la guerra era lontanissima dai loro pensieri.
Una mattina Anselmo disse a Isolina: “oggi, amore , prenderemo il carro e andremo in città, compreremo le stoffe e la lana per preparare il corredino al bambino e qualche vestito per te!”
La donna era felicissima.
Indossarono il vestito buono e si recarono in città.
All’arrivo la sorpresa tolse loro il fiato: c’era molto movimento ma, soprattutto tanti giovani militari che si radunavano nella piazza e rispondevano “presente” ad un graduato che faceva l’appello.
Isolina preoccupata chiese: “ Amore chiameranno anche te?”
“che dici?” rispose lui, prendendola per la vita per aiutarla a scendere dal carro , davanti alla merceria, “tranquilla , chiamano i giovani, gli uomini sposati li lasciano con le loro mogli” disse sorridente, cercando di nascondere la preoccupazione che sentiva nel cuore.
Entrarono nella bottega e scelsero le stoffe. Sul bancone vi era esposto una camiciola da neonato,color turchese, finemente ricamata.
Anselmo prese la camiciola e chiese il prezzo al commerciante.
Costava un po’, per le loro modeste tasche, Isolina non voleva comprarla perché non se lo potevano permettere.
“Non importa” disse Anselmo “ la compriamo ugualmente, vedrai avremo un buon raccolto!”
Isolina era felice, raccolse tutti i suoi pacchetti e uscirono dal negozio.
Mentre salivano sul carro si avvicinò una guardia municipale “ Anselmo c’è un avviso per voi!”
“Io non so leggere”, rispose l’uomo.
La guardia municipale aprì la missiva e con tristezza comunicò che era una chiamata per Anselmo, avrebbe dovuto presentarsi in caserma entro tre giorni, per arruolarsi e partire al fronte.
Anselmo ringraziò la guardia, prese la cartolina di richiamo e aiutò Isolina a salire sul carro.
La donna piangeva, Anselmo cercava di consolarla:
“ amore, non preoccuparti, sarà una cosa breve, poi ritornerò, molti soldati ritornano , io sarò tra quelli, quando mi vedrai arrivare, metterai la camiciola turchese con i fiocchetti e i ricamini bianchi che ho scelto per il nostro bambino e mi verrai incontro:
“figlio mio, ecco è ritornato il tuo papà!, ci stringeremo in un unico abbraccio e staremo tutti insieme per sempre!”
Temporaneamente consolata Isolina sorrise tristemente.
I tre giorni volarono velocementei.
Arrivati nella piazza, un ultimo abbraccio, un ultimo bacio e Anselmo entrò nelle file dell’esercitò e partì. Ella rientrò con il carro a casa e con fiducia cominciò a preparare il corredino.
Intanto, i mesi passavano, Isolina parlava con il suo bambino:
“Tesoro mio, tra qualche giorno nascerai, aspetteremo insieme il tuo papà, quando arriverà mammina ti metterà la camiciola turchese che lui ha scelto per te!”e sospirava............................
 

Rosetta stava in piedi vicino al letto di sua madre morente.
La sua adorata mamma, aveva settant’anni,,........era ammalata, aveva vissuto tutta la sua vita aspettando il suo marito Anselmo.
In un attimo di lucidità, con voce flebile Isolina chiamò sua figlia:
“Rosetta vai alla cassapanca e prendi la camiciola turchese,è arrivato il momento di indossarla perché sta arrivando il tuo papà, sbrigati !! sta scendendo dal calesse…………, come sei stanco!!……amore adesso arriviamo,  lo sai? abbiamo avuto una bambina ..le sto mettendo la camiciola turchese, vieni piccola Rosetta dai la manina alla mamma……ecco questo è il tuo papà!!!”
Così dicendo mia madre chiuse gli occhi: aveva raggiunto il suo Anselmo.
  Questa è la storia dell’amore che univa Anselmo e Isolina.................................: i miei genitori.
Rosetta

Nessun commento: